Tradizioni
Molte feste si celebrano in Amaroni, ma le più solenne e caratteristiche sono quelle di S. Barbara, di S. Lucia e della Addolorata. S. Barbara è la patrona del paese, perché protesse in epoca antica la gente da lampi e tuoni e da un secondo terribile temporale che minacciava in maniera distruttiva il paese E’ festeggiata con solennità il 31 luglio ed il 1° agosto di ogni anno. La ricorrenza è motivo d'incontro di tutti gli amaronesi che rientrano, dall'estero, ove lavorano. Il giorno della vigilia della festa è il più divertente: la gente veste tutta a nuova, la cucina è delle migliori qualità e tipici pranzi si consumano in ogni famiglia, tutta riunita nell'occasione.Il paese è più popolato del solito sia da forestieri che da elementi paesani, tutti allegri in, occasione della festa e del divertimento. Di sera le orchestre con i cantanti allietano la festa fino a tardi. Infine i fuochi d'artificio illuminano il cielo per diverso tempo con vari colori intrecciati tra di loro. La gente si diverte di fronte allo spettacolo pirotecnico in modo particolare al finale con lo sparo di diversi colpi scuri. L'indomani mattina presto sette " Hurguluni ", lanciati in aria per lo sparo, annunciano che è già giorno di festa. La prima Messa incomincia alle ore sette, e alle ore nove ha inizio la seconda messa solenne con il panagirico. Quando la statua varca la soglia della Chiesa per la processione, la famiglia Migliaccio, per tradizione, sistema sul parapetto della Chiesa il cannoncino di S. Barbara e spara colpi a salve. La stessa cosa avviene al rientro della statua. Il primo cannoncino è stato portato da Migliaccio Vincenzo dall' America il 1° dicembre 1901. Questo gesto sta a significare che S. Barbara è la protettrice delle armi e munizioni. La ricorrenza della festa è fissata il 4 dicembre nel calendario liturgico. Succedeva però che spesso in questo periodo per l'inclemenza del tempo non poteva aver luogo la processione, i festeggiamenti, serali in piazza ed i fuochi d' artificio. Pertanto si decise, nel 1952, di spostare la data della festa dal 4 dicembre al 31 luglio e 1° agosto di ogni anno, tenuto conto della stagione estiva, che consentiva anche un numeroso afflusso di fedeli forestieri. Si rinnova così la festa con fiera, che si svolgeva in "S. Fantino" nei tempi antichi della leggenda. Solenne è anche la festa di S. Lucia, che si celebra il 13 dicembre di ogni anno. Dopo i festeggiamenti del giorno con le funzioni in Chiesa, la processione ed i giri della banda per il paese per la "questua" a tarda sera si svolgono in piazza due caratteristici balli folkloristici che risalgono ad una epoca antica e sono denominati "U Bagagghieddhu" e "A zzia Rachela". I più provetti ballerini del paese si contendono i due balli, che in zona "Sicilo" vengono assegnati da una apposita commissione a coloro che offrono la maggiore somma di denaro. Si precisa che prima degli anni cinquanta si suoleva pagare l'incanto in natura. Si stabilisce così una graduatoria e risultano vincitori i primi due. Il primo che ha sborsato la somma più alta, si carica sulle spalle "U Bagagghieddhu". Esso è un asinello costruito in cartapesta da mani esperte su uno scheletro di canne con una sigaretta in bocca ed una grossa testa contenente una piccola bomba. Un contadino, pure in cartapesta, tiene le redini dell'asino. Il ballerino lo gira, saltellando ed a suon di musica. Una numerosa folla festante applaude e schiamazza. Un fumo di diverso colore si sprigiona dalla sigaretta che tiene in bocca e dai fianchi al momento dell'accensione. Il ballo dura circa 20 minuti e si chiude con lo scoppio prima della testa dell'asinello e poi di quella del contadino tra gli scroscianti applausi e grida della folla. Il secondo ballerino si pone sulle spalle "a zzia Rachela". Essa è una bambola di cartapesta, a metà busto, anch'essa con una sigaretta in bocca che sprigiona fumo di diverso colore al momento dell'accensione. Il ballerino, saltellando a suon di musica, la gira nel centro della piazza tra una numerosa folla, che grida e batte le mani. Dopo il ballo, che dura circa 15 minuti, anche la sua testa scoppia per una bombetta e a questo punto le grida raggiungono il massimo ed il ballo ha fine. Precisiamo che l'ideatore e costruttore dei primo "U Bagagghieddhu" fu Peppino Muzzi. Mentre l'ideatore e il costruttore della " zzia Rachela " fu Luigi Muzzì, figlio di Peppino. Occorre evidenziare che questi caratteristici balli folkloristici forse sono gli unici che ancora si svolgono in tutto il territorio della provincia di Catanzaro e costituiscono una nota singolare per Amaroni. La festa dell'Addolorata invece si celebra nella terza domenica di settembre. Era, nei tempi antichi, la festa più importante, perché era l'unica che si celebrava in estate, permettendo così di avere l'orchèstra con i cantanti e festeggiare con allegrezza la ricorrenza.